Sulle sabbie d'Egitto passate a setaccio dal sole e dal tempo ho visto un cammello impazzito sedersi in silenzio, e giocare a scopone con l'astro nascente; poi ridere, alzarsi, e correre rapido tra i muti macigni corrosi dai secoli, e cantare a distesa: "tapùm, tatapùm, tatapù, io gioco a scopone col sole, tu guardi pensoso le sfingi e le mummie, laggiù; tapùm, tatapùm, tatapù, io corro e mi godo la vita: il nome orgoglioso di uomo, e il cervello, li hai tu".
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