Anfitrione splendido che mi accompagni, ed avvolgi invisibile tra le vesti purpuree il cammino e le ansie, i sogni e le speranze mie, dimmi: può l'ultimo epigono della civiltà madre sfondare le barriere del tempo e ricongiungersi alfine ai suoi agognati destini? Può l'immortale immagine dimettere la sua divinità evolvendosi in carne terrena e poi sognare di riveder le ceneri risorgere, e rischiarar le tenebre del suo temuto futuro? Rispondi: possono il tempo, e lo spazio infinito pieno di mondi, e l'anima, e la mente, e le cose distinte riconquistare alfine la coscienza perduta, e amarsi, e abbandonar le false sembianze, e divenire Dio? Parli la tua presenza dentro di me, e mi accompagni, e contempli benevolo il cammino e le ansie, i sogni e le speranze; ma sempre taci, e ti nascondi all'occhio mio.
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