O Genitori che state sotto ai pini Udite la mia prece o miei divini, sentite quanto grande è il pentimento di me che non ho colto il buon momento.
Di stupidità pervasa la mia mente Indegnamente fui da Voi assente Ed or che più rimediar non posso Il danno rimpiango e il tempo lasso
E me compiango di quanto non fui lesto E per quanto vile fu ogni mio gesto Nel trascurare per bramosia i Vostri affanni ArrecandoVi assai molti più danni.
Per i dovuti e mancati omaggi Perdono: la mia prece è per Voi oggi, finché vivrò nel profondo del petto Vi terrò e sempre nei pensieri reconditi Vi avrò.
Del male fatto assai molto mi dolgo E a Voi Anime elette mi rivolgo: Alfin che trovi la perduta calma Raggiunga il perdon Vostro la mia alma.
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