Accarezzo le immagini dei viandanti che si perdono per strade silenziose. Ombre che si accalcano sulla scena della vita, che giocano con le loro anime e ruzzolano negli stagni dove l'acqua ristagna e sa di putrido e stallatico. Il gioco si ripete all'infinito: corpi che non sanno di nulla, cervelli che hanno rinunciato al domani. Eppure i loro occhi guardano in silenzio, e vedono forse orizzonti che a molte normalità ormai sfuggono. Le loro angosce non ci appartengono, il febbricitare della loro fronte non ci interessa, la loro umanità appartiene ad un mondo a noi sconosciuto. Inutilmente accarezzano la mano del compagno ammalato: una scodella di latte bollente trabocca su un fuoco improvvisato e solleva un fumo denso e asfissiante che oscura le nostre coscienze che hanno dimenticato solidarietà e amore.
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