All'apparire del solstizio estivo vaga la rondine per il ciel sereno e tutt'intorno inonda del garrir festivo. Ora repente in alto, ora s'abbassa or brevemente librasi, ora il terreno volteggiando lambe con scattante mossa. Nella belletta posasi per la materia del costruendo nido e alla rana che nella fanghiglia sguazza solitaria: Rotoli sozza e gracidi contenta e stai in cotanta puzzolente melma. In acqua, però, poi, mi rituffo attenta dice la rana; non tu che ne fai letto e giorno e notte ci rimani accolta. Mira il tuo sporco e ner'aspetto così t'accorgi che d'essa resti avvolta.
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