Non ho mai saputo perché ma guardavo sempre a ritroso, versi Tempi più oscuri, verso Stagioni di rigori invernali, di Notti infinite. In quel Tempo Illusione e Sapienza erano altra cosa: l'inebriamento della Ragione era similitudine di Dio, la Malattia era Peccato, il Vizio Compagno fidato. Tra l'Aurora e il Tramonto una nuova Verità mi fu rivelata, una Luce si era fatta nel mio Spirito: io ho bisogno di Compagni, ma vivi, non già di compagni morti, cadaveri che non sanno di essere tali, coi quali accompagnarmi in fumose taverne. Ho bisogno di Compagni vivi, i quali mi seguano, i quali seguire, perché vogliamo obbedire a Noi stessi.
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