Quando il dispero l'alma avea invaso dell'ineluttabilità già persuaso un pensier fosco insinuò la mente e del cervello ne fu preminente per quel qualcosa che portommi via nella certezza ch'essere più non sia. Altro non era ragionar diverso ch'ogni pensier gentile era disperso.
Prostato, un giorno, mi apprestai al Divino e grazia domandai pel mio destino, lo feci con fiducia mai avuta a Colui che sollievo dona, ama ed aiuta. Di naufrago che a tavol'aggrappato da fort'ondate a lungo sballottato che già fiducia tutta avea perduto e in quel relitto ebbe un fort'aiuto.
Io aggrappommi all'Essere Supremo che della barca tiene timone e remo, pace Gli domandai con la mia prece e nella prece riedemi la perduta pace.
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