Spesso mi sono rifiutata di guardare la luna, benché sapessi, che ti avvolgeva tra le braccia, benché desiderassi, il suo riverbero sulla faccia come l'acqua per l'assenzio nei miei occhi. Temevo che mi chiedesse: "Perché, sei più pallida di me?" Ma la luna, che tutto vede, è vereconda, e niente mai chiede. In silenzio, mi guidava lungo la riva del mare, perché potessi confidare all'onda l'amaro sapore della solitudine profonda. Mi faceva camminare scalza sulla battigia e illuminava una conchiglia grigia che sbocciava da un solco di sponda, levigata come un giovane viso, marino narciso. Mi diceva: "Per te, il fiore del mare. Non avere paura di ascoltare." Soffi di bufera, spume infrante contro la scogliera, profumi di brezze, sogni di isole lontane. Musica dolce e feroce. Era la tua voce.
Commenti