È quasi l'imbrunire di una domenica d'aprile che volge lentamente al suo finire
attratti da bellezza naturale immersi in un insieme di fiori profumati e piante dal fusto secolare siamo le fortunate ombre di un dolce spettacolo teatrale
Antichi canti ci guidano celandosi nel muover delle foglie e splendide figure mitologiche ci attendono come sorprese oltre le soglie
Mutano lente le scenografie portando via lontano il quotidiano e tutti i suoi pensieri le ansie e le fatiche si dissolvono nel percorrere nuovi sentieri
Sonnambule figure in fila indiana che debole vacilla dolci emozioni saltellano giocose da una all'altra spalla
le menti assorbono i silenzi per poter guardare e fantasie da tempo ferme ci vengono a svegliare
Seguendo ad occhi chiusi il tenue cambiamento del terreno strisciano piano i piedi intenti a percepire dove andremo lontana è la paura di cadere e piano nasce un senso di rispetto per quel che andiamo a calpestare
ad occhi aperti raramente ci viene da pensare
Piccole gocce d'acqua cominciano a cadere in modo lieve bagnando dolcemente i nostri corpi io chiudo gli occhi e immagino la neve
intanto con fare millenario la sera gioca a fare da sipario ma acceso resta in noi questo magnifico scenario
Toccati da profonde vibrazioni sprigionate da contatto umano voltiamo questa pagina d'aprile tenendo tra le mani una spiga di grano che illumina le nostre ombre
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