Come gradini risalgono una luna d'argento, queste onde di cenere svelando in penombra gli scorci di mare e i respiri, profughi di scure tormente taciute meditando; dove tutto è caos eterna è la quiete, tra la folgore scagliata nell'acqua e l'attesa del tuono, contro il silenzio franato su guance in lacrime e l'ammiccante volgermi alle stelle passando oltre, tornando nell'infinitesimo tuo essere ladra di strane emozioni sul navigarti lento gli occhi cobalto e le labbra, ora socchiuse sui navigli color cremisi bollenti ed invitanti a quel dolce, lungo sorvolo.
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