Di te non conosco niente. Non conosco neanche il nome di tua madre. Tutti questi anni ti hanno custodito gelosamente. Come una perla tra le valve, il diamante nella roccia. Tu esistevi. Ed io lo ignoravo. E sebbene tu sia assolutamente estranea a me, sulla mia bocca il tuo nome è un grido che lacera il petto. Perché la tua città è una fortezza di dura pietra ma io non sono un conquistatore, non nascondo spade sotto il mantello, soldati in armi nel ventre. Io sono piuttosto un mendicante, un mendicante che l'amore ha riempito di lebbra. E fuggivi da me persino le tue mani ferite: non sapevi che volevo soltanto ascoltare il rumore del mare che hai dentro.
Molto belli questi versi (in particolare: Di te non conosco niente) ma sono TUTTE molto forti. Ne leggiamo di "cosette" in queste pagine... ma queste sono POESIE, penso!
Grazie a -sintagma- per avermi fatto conoscere l'autore Eufemia Capezzera... o è la stessa persona...?!
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