Ero diventato veloce mi piaceva amarti sempre in fuga per non darti noia calzavo piedi piumati per rincorrerti nel sogno, dove mi aspettavi - mai ridendo ma col broncio. Eh, sì, ti facevi amare con tutti quei pensieri meticolosamente disordinati capaci solo loro di generare follia di cui ti vestivo per dare al tuo corpo l'aura da immortale. E molto prima del giorno
aprivo la porta sulla disperazione per ritornare sveglio lasciandoti lì nella natura perfetta del tuo volo, e forse mi restava nel palpito la percezione di averti ancora con me sì mi mentivo, mi mentivo d'averti addosso, d'averti nel sangue, nella mente nelle mie gambe e nelle mie ossa ma più mi mentivo, sappi, più io ero felice.
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