Piange il cielo, forgiando in perle trasparenti amare lacrime che scendono; sofferenza ineluttabile, cagionata dall'onta dell'umana alienazione. Acquitrini misti a fiori, per mondar ferite antiche, ma tutt'ora sanguinanti sulla carne trascendente di Colui che fu tradito e martoriato, poi reietto e crocifisso. Chiodi fomentati da peccati ne brandiscono l'aspetto, parimenti a inquietante arma; ribattuti di perpetuo da disparate mani, trafiggono altresì quel legno d'altrui amore infradiciato in comunione a rosse macchie d'innocenza, di cui l'incessante urlo è inascoltato da chiunque, sebbene squarci il silente fragore della morte, rigettando, d'esser croce, la sua colpa.
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