Quando a toccarmi è l'ineffabile fragranza che si sminuzza in polvere davanti alle ciglia che il controluce accentua imprigionata nel fascio d'un raggio penetrante oltre il vetro oltre il vero ché forse nulla è reale neanche gli occhi che vedono né i pori che sudano né il tremore del nervo attaccato ai capelli |che lesta una forbice appare mannaia| dovrei allora credere che la tua voce non sia la tua voce e che la mia paura non sia la mia paura.
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