Le parole mi scivolano dalla bocca pregne più del taciuto che del detto. Solcano l'inguine delle passioni mozze ed il midollo di un coraggio che vien meno nel viver la vita; si estroflettono in ciglia umide d'emozione e le sento trapassarmi il diaframma con il respiro prestato da una ragione fratturata, l'istinto di base che urla come una madre disperata che perde le figlie. Scappano dalle labbra secche che si inumidiscono di sillabe tentennanti e si portano dietro il terriccio di una fertilità di pensiero che è stato e, adesso, non v'è più. Son rimaste le crepe. Le crepe alle fauci.
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