E quando sento quella musica, pian piano mi svesto e ogni vestito cade al suolo, e non fa alcun rumore proprio come le ruote di quell'auto che mi hanno condotta lontano. Lontana da dove? Da un profumo familiare a me sola che mi avvolgeva lentamente, mi inebriava e così chiudevo gli occhi e quell'odore diventava più intenso e trascinava con sé i ricordi, tutti, troppi per un'unica mente. L'odore del legno, del sale, del latte, dell'infanzia. Lontana da dove? Lontana dal rumore di onde che combattono contro le scogliere aride del Tirreno, che rastrellano la sabbia umida delle prime ore del mattino quel mattino in cui tutto rimpiccioliva a poco a poco a mano a mano che quell'auto si distanziava dal punto da me fissato. Lontana da cosa? Da occhi che mi fissavano e continuano a fissarmi nei sogni, da mani che mi hanno stretta nei momenti duri che mi hanno attorcigliato i capelli che mi hanno abbracciata e accolta, da parole che mi hanno canzonata e insieme rassicurata. Io ho lasciato tutto questo ma non ho abbandonato nulla. E quando ho realizzato l'impossibilità di dimenticare tutto sono diventata una giovane donna per poi ritornare, infine a quella bambina che a avevo perso sulla sabbia umida di un mattino in cui tutto rimpiccioliva a mano a mano.
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