Memorie di treni partiti una notte senza lampioni, soltanto nuvole gonfie di niente e l'acquavite di un'estate: a volte restavo con gli occhi sbarrati a scavare il buio, aggrappata al cordone ombelicale come ad un sogno.
Il pendolo oscilla nel ventaglio della luna: deserto di parole oltre al linea del ponte, fanali sospesi tra nostalgia e mandorli in fiore
Domani un carcere senza finestre, alberi che non mi conoscono nell'aria che fuma fanali e sigarette; domani passeggeri nuovi con lo stesso destino malato di cancro e di noia.
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