Avverto la mia essenza, che intatta si dilegua, scivola lenta ed inesorabile, lì in quel vasto e soffice regno ove nulla è impossibile, logica, ragione, così sottili, cosi profonde, si disciolgono in simboli e codici, il bagliore di nuove percezioni, debolmente rimbalza indietro, intravedo un sottil linguaggio perduto, ed io spettatore inerte ed affascinato mi chiedo, quando, dove, esisto veramente?
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