In questa notte assetata ho chiesto chi sei e chi sei. Perché la tua carne è triste come un legno opaco e perché hai la bocca piena di spilli.
E lentamente, stanotte ti ho separata come un albero d'amore, dalle altre donne, e facendo del mio sangue acqua, ho battezzato i tuoi dolori e i tuoi piaceri.
E ho detto alla morte che non può uccidermi! E ho detto alla vita che non mi può sconfiggere! E ho detto alla terra che se riesce a seppellirmi, dove mi seppellirà verrai a prendermi! E ho detto al nulla che se riesce a spegnermi, tu, con i tuoi grandi baci, tornerai ad accendermi!
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