Presa dalla stessa fame e condannata ai medesimi digiuni. Ieri, sapevo amare di più e più forte, oggi, ho le rughe. Sono io che uccido i miei slanci e, piano, ammazzo il gusto, l'olfatto, la memoria. Sono vittima di un narcisismo che non si riflette più in nessuna immagine e muore del riverbero deformato della propria. Un unico Amore che mi attraversa le vite e gli umori. Solo sagome di sesso che cadono, una ad una, col mirino sul petto: io, Killer sul tetto. Ripetizione. Ecolalia. Stereotipie. Impotenza sentimentale. Chè nulla scorderò della tua bocca e delle tue mani, ché non ho mai amato la mia carne quanto la tua, ché ciò che è stato dopo ed è oggi è drappo sbiadito e stinto da acidi e veleni corrosivi che vomitano l'amaro che mi hai lasciato in bocca. Mille soldatini di piombo a far milizia e rappresaglia attorno al cuore, reduce di guerra.
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