Più mi attecchisci al cuoio e più mi struggi. Distrugge l'artiglio di quest'odore nascosto, immaginifico, futuro. Impensato, pensabile. Deja-vu remoto, ma con valore oracolare che si stende come presagio sulla voglia, la mia malinconia. Come la ferita inferta per mano d'una spada sconosciuta, in nome di una qualche guerra, a difesa di una qualsiasi patria. E mi abito, spoglia, desiderio partoriente desiderio, mi son scoperta gravida, col ventre gonfio, d'un nascituro bisogno che spazzola i capelli alla mancanza che aggiusta la veste al vuoto. Che consuma ed incenerisce. - Fiammella - Attingo acqua da pozzi prosciugati. Senza origine. Senza meta. Seguo la direzione che giunge all'equatore. Allo zenit. Freccia d'Eros, sospinta da Zefiro, sulla spalla di Pothos.
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