Ancora piccola lasciavo il letto tanto freddo, tra tanti respiri mi muovevo piano per non farmi sentire e col nasino schiacciato, stavo per ore dietro i vetri appannati dal gelo scrutando il cielo. Una preghiera, come un anima in pena spiando la mia carceriera che nei lunghi corridoi si aggirava col velo nero ed una cera che lasciava odor di fumo dove passava. Un fantasma sembrava nella sua camicia bianca esagerata faceva paura nella notte in quell'immensa camerata. Guardavo quella luna ogni sera che dietro le nuvole si nascondeva non era mai intera. Sognavo la mia mamma lontana e mi sembrava vera i suoi baci, le carezze, mai così vicina la sentivo nel cuore e chiedevo ancora, al pallido chiarore... Poi una voce mi chiamava e la scia di fumo a me si avvicinava mi stringeva le mani e prometteva... dormi che domani...
Ricordi comuni a molti che hanno passato i loro anni giovanili nei collegi e che hanno aspettato la mamma che mai e' arrivata..........tu sei stata una privilegiata al confronto di tanti bambini dimenticati e senza voce!
Commenti