Solo col fruscio del vento, immerso nei miei pensieri, chiudo gli occhi per un momento, pensando al mondo, come fosse ieri.
Penso agli aquiloni di quando ero bambino, le foglie dell'autunno, il volo dei gabbiani, e sempre ricorrente, quel sogno cherubino, di spiccare il volo, aprendo le mie mani.
Forse per questo, nasce la mia passione, forse per l'incubo, che proprio non sopporto, che mi fa vivere come in prigione, trattenuto a terra, dal peso del mio corpo.
Ecco perché quando spunta il sole, come un colibrì vibra il mio pensiero, e prima ancora che io mi alzo in volo, vedo le mie nuvole, vedo già il mio cielo.
Fino a che il vento sfiora la mia pelle, mentre mi distacco dalla madre terra, e sento già i brividi sento già le stelle, sfuma il mio tormento, con la sua zavorra.
Questa è la mia gioia, è la mia passione, inseguire l'orizzonte, dove si perde il sole, vibrare nel vento come un aquilone, lasciando la mia terra senza alcun rancore...
Caro Giovanni, questa poesia che ti avevo dedicato quando ancora abbracciavi fra le braccia i tuoi Figli, e sorridevi ai tutti i tuoi clienti dietro ad un bancone, oggi sfiora di brividi la mia pelle. Tu che al primo raggio di sole prendevi il volo col tuo piccolo aereo e restavi in volo fino al tramonto, per non perderti neanche un attimo della bellezza della natura.
Tu che ieri hai concluso il tuo ultimo volo su questa terra, precipitandoci contro, ed oggi hai lasciato in lacrime milioni di persone e tutta la tua amatissima famiglia.
Sono certo che oggi potrai continuare a volare, senza mai più il timore di perdere il controllo, e ti aspettano mille e più tramonti, ancora più belli di quelli che hai vissuto fino ad oggi, ed a noi resterà la speranza di poterti gurdare negli occhi, ogni volta che alzeremo lo sguardo verso il tuo amato cielo!
Commenti