Lo sguardo perso, davanti all'altare, non vedevo oltre, lo immaginavo già in cielo e di lacrime un velo, c'èra nella mia testa l'ultima telefonata: corri al suo capezzale, papà stà male. Più volte ho visto il suo dolore, ma poi passava, questo peggioramento non s'aspettava, era una quercia vera. Ma un triste autunno smise le sue foglie, non ci fu più primavera, vedevo i suoi colori, erano cambiati, e rimase chiuso ad aspettare che finisse l'inverno ma i suoi occhi rimasero addormentati. Troppa fretta avevo, nel venire a salutarti, convinta che quì ti avrei comunque ritrovato e rimandavo sempre, quello che dovevo dirti, non trovavo un minuto per sentirti. Troppo tardi, forse ora mi sentirai, non ho saputo dirtelo, con questo dolore mi mancano le parole, mi mancano i tuoi abbracci, i sorrisi la sicurezza, la sentivo ad ogni tua carezza papà mio caro puoi avere la certezza tanto ti ho amato, non sono riuscita a dirtelo.
carissima Leila questo è il più bel complimento che mi hai fatto, emozionare, come faccio io quando scrivo di storie di persone care cui succedono queste cose. pensa che questa poesia l'ho scritta in macchina, subito dopo il funerale del papà di una cara amica,e che mi aveva confessato la sua pena, per non essergli stata vicina abbastanza. grazie ancora.
Chiedo venia per la gaffe, ma tutte le poesie sono talmente pregne di calore che non ho mai minimamente sospettato potessero essere frutto di fantasia. Ancora tante scuse!
Per la Signora Leila, la poesia non e' autobiografica ,fortunatamente il papa' di Anna e' vivo, vegeto e scattante!!!
Bello il commento da lei posto.
Per il Signor Xz,non sto scrivendo con toni alterati o di sarcasmo pero' continuo ad invitarla per quel che le e' possibile a qualificarsi con un nome e a manifestare i suoi dissenzi ad Anna. In questo modo lei risulterebbe, a tal proposito, un adulto e soprattutto potrebbe costruire un rapporto, seppur virtuale , basato sul rispetto e sulla capacita' critica costruttiva, cosi' facendo non si riesce in alcun intento , ne' a costruire, ne' a spiegare, ne' a dialogare civilmente su un determinato accaduto, vissuto od esperienza.
Ha visto come da un po' io e lei riusciamo a parlare con tranquillita' e a trovarci anche daccordo su molti argomenti? Direi che e' anche un piacere ultimamente poter conversare virtualmente con lei.Provi anche con Anna.E riprendendo la frase ironica.....non la mangia, non e' un lupo!
Magnifica, ma al contempo dilaniante! Come al solito perdiamo di vista le cose che davvero contano. Tutti presi a vomitare cumuli di insulti ci risparmiamo invece nel dar voce ai sentimenti. Rischiamo così di pronunciare parole ormai sterili che, dette nei giusti tempi avrebbero sortito un grande effetto. Mi spiace immensamente per la tua perdita e spero che a tuo padre giunga comunque il tuo grido di affetto!
ancora una volta non ti capisco, perchè parli a sillabe? non sai scrivere in italiano, spiegando cosa vuoi . tutti quelli che leggono i tuoi commenti si chiedono : ma cosa ha voluto dire...
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