Immobile, seduta su una pietra, dinanzi a diroccate mura, avea lo sguardo perso, di chi aspetta invano. Un fazzoletto nero, le incorniciava il viso, le mani incrociate in seno sulla lunga gonna, sgranava il rosario e pregava. Più nessuno la notava, la vecchia, sotto un pergolato d'uva, cresciuto con lei, stava. Nelle crepe del muro, profonde come le sue rughe, ora, radici d'edera avevano trovato dimora, lei continuava ad aspettare, con gli occhi persi e stanchi, continuava a pregare. È andata via, con la speranza di veder tornare...
......Meravigliosa!....Non sò perchè ma mi ha fatto pensare alle mie dolci nonnine...lontane ma a cui voglio un mondo di bene!!!.....Grazie di avermi fatto provare una forte emozione, Annarè!!!!
isabella c'è sempre la lussuosa casa di riposo di mio fratello, non disperare, forse è lì che ci incontreremo in vecchiaia, spero molto tardi, non voglio dare fastidio a nessuno. un bacio anna
E' una delle poesie piu' toccanti che tu abbia scritto, a parer mio.
Si rimane di pietra a pensare che quasi tutti un giorno saremo destinati ad essere come........la vecchia del tuo scritto.
Che grande malinconia.
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