Melanconica diva che conforti di questa vita i passi a non vil meta, tu che a te stessa or premio in fronte porti fulgor divino che i tuoi figli allieta deh accostati e col plettro che t'india l'alma inebria dell'alta melodia. Di me non parlo. Uso a bever dà primi stadii d'esto viaggio i tuoi concerti rammento che per te fia ch'io me estimi tenendo ad alte cose i sensi intenti. Sempre di me scontento io vissi quando il tuo ben suon venne per me mancando. T'accorgi forse o cara, come ognuno fugge i soave accenti e sdegni porre sulle corde le dita in opportuno tempo temendo le tue note sciorre? Ah no per Dio, prosegui, e sia ricchezza non di favore altrui, ma di franchezza. Chi conosce la vita, e non ignora in parte almen del cuore uman la forma scuserà se verranti intorno ancora genti che non sedusse audace forma fuggente dove il mal desìo lo spinge, che fortuna or abbraccia ed or respinge.
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