Anima, sii come il pino: che tutto l'inverno distende nella bianca aria vuota le sue braccia fiorenti e non cede, non cede, nemmeno se il vento, recandogli da tutti i boschi il suono di tutte le foglie cadute, gli sussurra parole d'abbandono; nemmeno se la neve, gravandolo con tutto il peso del suo freddo candore, immolla le fronde e le trae violentemente verso il nero suolo.
Anima, sii come il pino: e poi arriverà la primavera e tu la sentirai venire da lontano, col gemito di tutti i rami nudi che soffriranno, per rinverdire. Ma nei tuoi rami vivi la divina primavera avrà la voce di tutti i più canori uccelli ed ai tuoi piedi fiorirà di primule e di giacinti azzurri la zolla a cui t'aggrappi nei giorni della pace come nei giorni del pianto.
Anima, sii come la montagna: che quando tutta la valle è un grande lago di viola e i tocchi delle campane vi affiorano come bianche ninfee di suono, lei sola, in alto, si tende ad un muto colloquio col sole. La fascia l'ombra sempre più da presso e pare, intorno alla nivea fronte, una capigliatura greve che la rovesci, che la trattenga dal balzare aerea verso il suo amore.
Ma l'amore del sole appassionatamente la cinge d'uno splendore supremo, appassionatamente bacia con i suoi raggi le nubi che salgono da lei. Salgono libere, lente svincolate dall'ombra, sovrane al di là d'ogni tenebra, come pensieri dell'anima eterna verso l'eterna luce.
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