Al momento che l'anima si dona presa dall'improvviso, universale senso del nulla, io giaccio più compiuta e più ferma come la mia carne arida già, di già da trapassata fosse resa all'inferno. E veramente son'io diversa dalle tue pupille mamma, di morta, dalle lunghe ciglia che ti velano gli occhi addormentati? O compiuta, o terrena, o sempreverde, alimento degli alberi e del cielo santa natura bella come Iddio e dorata e fragrante, sempre desta sempre presente ho attorno la tua spoglia di madre, unta dalle linfe vive del sacrificio. Qui poveramente balsami non ti ho sacrificati. Preservata in eterno dai tuoi rami ricchi d'amore giaci e la tua faccia è un anello di quiete dopo le furie attive della morte.
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