Requiem a te che poggi questo labbro assetato di vita sulla zolla oscuro mutamento di stagione, requiem poiché rimani nell'asfalto sognando gli asfodeli del cammino, requiem per l'ostia che ti ha benedetto nell'ora del trapasso immacolato e per l'arido esempio di ogni uomo che cade. La mannaia della morte ha lasciato più tenero il sondaggio e i capelli fioriscono nel vuoto che noi umani diciamo. Signore, il tuo vuoto presente è religione. Requiem a te che cingi di corolla gli orizzonti celesti dei miei occhi e son lacrime incise come pietre e son duri scalpelli e sono noia della vita proterva a te riposo che canti nella vita il mio presente abbeverando tutte le stagioni.
Commenti