Sottile sei come un cero del tempio, l'occhio hai trafitto da spade d'amore. Io non ti chiedo un sol bacio: in silenzio vorrei deporre sul rogo il mio cuore.
Io non ti chiedo una sola carezza: t'offenderebbe la mia rozza mano. Ma dal cancello ti guardo in purezza rose di porpora cogliere e t'amo.
Sempre ti bruciano i raggi del sole e via t'involi sul vento che fugge. Su te c'è un angelo senza parole: io gusto in cuore il dolor che mi strugge.
Mentre t'intreccio nei riccioli, adagio, dei versi ignoti gli strani diamanti, getto il mio cuore invaghito nel lago meraviglioso degli occhi raggianti.
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