Campeggiano sulla tavola i fiori di mia madre. Sono anemoni, talvolta gigli talora tulipani olandesi che fanno pensare ai mulini a vento.
Così mia padre narra sempre d'altri paesi che ha visto solo nei sogni.
Ma là pure si litiga e talora ci si ama allo stesso modo, anche se in una lingua diversa.
E qui è la vita, quando mia madre l'attraversa gaia ridente come una tovaglia fiorata piovuta dal vento.
E si mischia il suo profumo leggero ai fiori senza mai confondersi, lei è la regina.
E poi di nuovo mio padre s'addormenta senza finire la favola d'altri paesi, dove tutte le genti sono uguali e il cuore di ciascuno batte all'unisono: gli innamorati non stanno più nella loro pelle, e a chi soffre pesa pure quella.
Ma lei sa bene, non appena il sole della sera si strappa sui muri di carta e si smorzano ad una ad una le corolle, mia madre lo sa che nell'urna del mondo stanno pure i vivi, talora, con il sangue fermo.
Sicché aspettiamo di nuovo io, mia madre, e le mie sorelle le campane suonare a stormo e l'estate a riprendere il volo.
[la stagione che allunga la vita.]
e il sole è una palla di fuoco che torna a galla fra i monti, oltre la mia finestra.
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