Viva Adelaide che il cuor m'infiamma, e in omnia secula, viva la mamma! Donna mirabile, donna famosa! È un capo d'opera è una gran cosa. Una domenica L'incontro in piazza, che aveva a latere la sua ragazza; mi ferma e, affabile come conviene, comincia al solito: - Che fa? Sta bene? - Ed alla figlia che stava zitta, gridò: - Su, animo! Che fai lì ritta? Su grulla, avvezzati, fa il tuo dovere... - Che mamma amabile! Non è un piacere? E poi, tenendomi le mani ai panni, soggiunse: - Oh, passano pur presto gli anni! L'ho vista nascere: eh, malannaggio! S'invecchia e termina l'erba di maggio! Eh, bimba andiamocene, stamane ho fretta: venga un po' a veglia, venga, s'aspetta! Siam gente povera, ma di buon cuore: ci fa una grazia, anzi un onore. Via bimba, pregalo! Stai lì impalata! Ma, santa Vergine! Sei pur sgarbata! - «È sempre giovane» dissi « aspettate, lasciate correre, non la sgridate: l'età, la pratica è molto: e poi, farà miracoli sotto di voi! » Ai panegirici non sempre avvezza, fece una smorfia di tenerezza la vecchia, e a battere sul primo invito tornò, dicendomi: - Dunque, ha capito; sa dove s'abita: verrà? - «Verrò. » E chi rispondere Potea di no? V'andai. Col giubilo, con quel sembiante che per le visite d'un zoccolante ho visto prendere dalle massaie, quando alla questua gira per l'aie, quelle, vedendomi, in un baleno precipitarono a pian terreno; poi risalirono con meco; ed ambe -Badi- gridavano -badi alle gambe. È poco pratico la scala è scura... - «Ma quanti incomodi! Quanta premura! » Salgo, si chiacchiera sul più, sul meno; mi dàn del discolo dal capo ameno. Tutta sollecita la mamma intanto scotea la seggiola, puliva un santo; da un certo armadio fra pochi stracci scioglieva in furia due canovacci; d'acqua in un angolo la brocca empiva: che mamma provvida! Che pulizia! Finite all'ultimo tante faccende, disse: - E per tavola cosa si prende? Credi Delaide, sono sgomenta! - e a me voltandosi diceva: - Senta, con tanti ninnoli ci va un tesoro: le voglie crescono, manca il lavoro. Oh, ripensandoci m'affogherei; almeno, càttera, felice lei... - Capii l'antifona, ed un testone le offersi a titolo di compassione. La vecchia ingenua per la sorpresa m'urtò col gomito, si finse offesa; ma per imprestito poi l'accettò, e per andarsene s'incamminò e nell'orecchio mi disse: -Ohè! Ritorno subito; badiamo, vhè! - Io per non ridere alzando il ciglio, risposi: «Diamine! Mi meraviglio! » Esce da camera, chiude la porta; sta fuori un secolo: che mamma accorta! Poi tosse e strascica prima d'entrare.... Il ciel moltiplichi mamme sì rare!
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