Timorosa è la notte quando gela sopra di noi l'audace desiderio di caldi baci e nitide parole; ora rifiuto in ogni gemma il fiore poiché bianca si è fatta la mia faccia di un pallore mortale. Lunghi anni cercando sopra rocce aspro ristoro o presso la tua croce, Cristo, soffrendo, ho gravitato invano. Ora che se ne va sembra mi cada questo lungo mantello e denudata è la mia carne e presa dentro i ceppi dell'abbandono. A te volgo la mente e il sospiro profondo. Lunghi giorni simile a un negro uccello andrò vociando nel fervore notturno, lunghi giorni, padre celeste, e senza una parola, lugubre diverrò come una tomba. Né io spero risorga, tanto dura è la mia morte e tanto a te lontana.
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