Quando codesto dèmone mi assalta, e con mani gravose e con mascelle dense di schiuma tutta mi divora, io mi rivolgo a te con gli occhi pieni di muto assenso e non ti dico basta, so quel che soffri mio signore quando ho le mani contorte e gli occhi muti, so che mi vedi fremere di rabbia contro mille imposture, o canto vero, se potessi tu pure come esperto grave chirurgo giungermi nel cuore e strapparvi il tormento, allora un urlo io darei di beata meraviglia, di contentezza, o Dio adorato e pieno come la notte, se mi capovolgo vedo le stelle e oscuri firmamenti tremano in me, di notte, quando taci.
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