Al giorno non porto luce chè il buio persevera aggrappandosi agli istanti sebbene il cristallo del tempo resista alle schegge delle pietre scagliate dai miei umori enfatici
su tutte le dipendenze ho trascritto l'impotenza del r_esistere e la resa ha posto domande su frantumi e cocci tra i teatri dell'io indicibile rimosso negato inibito e la presenza scenica delle difese strenue delle proiezioni parallele delle introiezioni feroci costella in posizione fetale e va verso una me simbolica
ricordo il vagito e l'urlo dei primordi s'attacca alla mammella materna e alla perdita è tutta mancanza il mio essere l'ossessione lo sa e la maniacalità ne prende parte
ab origine!
Sotto censura come una condanna superegoica
sussulto transferale e primitivo d'una me selvatica e primitiva.
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