In un cupo deserto io vagavo dalla sete dello spirito oppresso, ed ecco un serafino con sei ali mi apparve ad un tratto da presso. Lieve come un sogno si avvicinò e gli occhi stanchi mi sfiorò. Si aprirono le profetiche pupille come alle aquile impaurite. Poi toccò le mie orecchie, e di suoni esse furono empite: e vidi in alto degli angeli il volo e udii il cielo che fremeva, e scorsi il moto delle serpi marine e il vinco delle valli che cresceva. Poi si accostò alla mia bocca, strappò la mia lingua veemente, ma frivola, vuota e maligna, e l'aculeo del saggio serpente nella mia bocca agghiacciata ficcò con la destra sanguigna. Poi il petto mi aprì con la spada, ne tolse il mio cuore tremante, e nel petto aperto egli depose un carbone ardente e fiammante. Come salma nel deserto giacevo, ma la voce divina intendevo: "alzati, guarda e ascolta, o profeta, fa ciò che ho scritto nella mente, percorri terre e mari senza tregua, con la parola accendi il cuore della gente".
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