Torno alle onde d'un Cielo denso come pescatrice di mari inesistenti. Ho i segni di ami uncinati bucarmi la bocca baciata. Ho il tetto spiovente di pioggia carica d'asciutto ed arido ché l'umido m'ammuffisce dentro da dove la tempesta mi parte donandola all'alto, ma l'Alto non risponde e mi si reclina la testa indietro ad invocare strenuo appello fintanto che, curva, abdico.
Sono livida, in questo Nero. _Adesso. Come piuma caduta da ali di Signore Scuro carpirmi e volo e schianto e nello schianto possederlo e nel volo possedermi.
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