È inutile, se il meticcio alza la gamba e orina sullo zolfo del perimetro perbene. Le bottiglie d'acqua non le degna certo il padrone, si rovesciano per vari eventi ancora tappate e colme sul marciapiede o sulla strada. L'apposita appiccicosa forchettina di plastica si piega ma non s'infilza nella dura polpa zuccherina del dattero denocciolato, ed è sùbito da buttare. È inutile quando la primula bianca passa e s'increspa da se stessa che era in pattumiera; idem tutti i fiori che avrei potuto regalarle.
I morsetti fermafogli sono da anni nella confezione, non hanno mai pinzato la mezzeria dell'apertura, non hanno mai tenuto uniti i fogli di un quotidiano. Anzi, il giornale comprato ogni giorno, certi giorni nemmeno riesco a sfogliarlo; finisce nella pila perfettamente piegato per un futuro raptus delle pulizie, ed è inutile. È inutile la nostalgia appassionata del fado: se non conosco il portoghese, e non lo conosco, mi annoia. Lo stesso potrei dire di altro ed altro ancora.
Bassa pianura d'impermeabile mortale argilla dove arrivano il fiume e i suoi depositi, con poiesi e parole, vi sto forse tracciando le isoipse delle altitudini sognate, mancate? Nel lattice sottile ad oggi un altro figlio è in salvo da questo uomo.
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