Il passaggio delle nuvole brucia i fulmini della sera e accende profili sulle pareti di un vento che diluisce nell'acqua. Dall'ombra, lontana, mi guardi con occhi che seguono percorsi non raggiunti dal caso. Ogni istante, ogni gesto, ogni fruscio in boschi sonnecchianti – il percorso d'una foglia che cade a terra, volubile e danzerina – si accorda a delle leggi silenti.
Soltanto spezzando il fragile equilibrio, il disordine di un tempo scostante e lieve, sapremo che tutto era appeso, irrimediabilmente a un filo troppo sottile per reggerci.
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