Come una indefinibile fata d'ombre vien da lungi la sera, camminando per l'abetaia tacita e nevosa. Poi, contro tutte le finestre preme le sue gelide guance e, zitta, origlia! Si fa silenzio, allora, in ogni casa. Siedono i vecchi, meditando. I bimbi non si attentano ancora ai loro giochi! Le madri stanno siccome regine. Cade di mano alle fantesche il fuso. La sera ascolta, trepida pei vetri: tutti, all'interno, ascoltano la sera.
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