Pensando a loro verrà certo in mente, soprattutto alla povera gente, quella povera di un certo intelletto, che non si giudica solo dal " letto ".
Il gusto di avere un affetto o un amore, è proprio nell'intimo del nostro cuore, allora pensiamo quel che si può fare e lasciamo vivere senza giudicare.
Ognuno di noi ha le sue " stranezze ", i dubbi, le angosce, le gioie e certezze, allora si deve per forze additare colui che è " diverso " ma vuole amare?
Diverso perché, da cosa e da chi? Chi è che sancisce le regole qui? Bisogna vedere, qual è il senso e la misura, per cui si giudica con così tanta " cura ".
Il problema, è solo dentro di noi, è il nostro cuore, che è arido ormai, non ha più calore, è divenuto un sasso, che giudica gli altri solo dal sesso.
Allora siam certi, felici e contenti, di essere " etero " in mezzo alle genti, gli " altri " si sà sono " diversi " son solo e semplici: figli " dispersi ".
Guardiamoci in faccia, allora miei cari, cerchiamo di essere fermi e sinceri, di noi nessuno potrà mai sancire, chi è " l'eletto " per poter giudicare.
Chi nel suo piccolo apprezza il valore, solo dell'essere e non dell'apparire, potrà un giorno, col senno di poi, accettare che esistano loro: i gay.
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