O Betlemme, città del Natale, dunque è ritornato il tempo in cui devi tu rallegrare il nuovo il mondo, il mondo universo. Quei che credono e quei che non vogliono battere la via angusta della croce, si trovano insieme, comunque, a Betlemme.
Ahi, forse il Verbo di Verità è per certuni soltanto una bella, una vecchia leggenda! Eppure quella prima notte, quel primo Natale negli anni remoti di Erode, torna a loro nella mente ogni anno, quando le campane suonano per Natale, e debbono anche loro guardare indietro, nei secoli.
Ancorché pene e fatiche e vanità e bugie riempiano l'andar lento dei giorni vien pure alla fine una notte santa, una notte che sorge in un altro mondo; e quando l'anno declina tardo, giunge come la neve di Dio, una neve di pace sulla terra.
O neve natalizia di Betlemme, cadi soavemente in morbide falde, e semina il grano che deve germinare nei campi dell'eternità. Fà cadere in silenzio candidi semi nei cuori oscuri e freddi, intirizziti dal freddo della notte.
O Bambino Gesù, sulla paglia del presepio fà tacere le voci del mondo. Non c'è luogo nel mondo dove abiterei più contento: portami via dai rischi e dalle cadute, dammi casa a Betlemme, presso di te, santa Maria.
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