Nel fior di giovinezza, ebbi in sorte d'abitar del vasto mondo un luogo che non poteva ch'essermi caro e diletto - tanto m'era dolce d'un ermo lago la selvaggia bellezza, cinto di nere rocce, con alti pini torreggianti intorno.
Ma poi che Notte, come su tutto, aveva lì disteso il suo manto, e il mistico vento e melodioso passava sussurrando - oh, allora, con un sussulto io mi destavo al terrore di quel solitario lago.
Pure, non mi dava spavento quel terrore, ma anzi un tiepido diletto - un diletto che nè miniere di gemme nè lusinghe o donativi mai potrebbero indurmi a definir qual era - e neanche Amore - fosse anche l'Amor tuo.
Morte abitava in quelle acque attossicate, e una tomba nel profondo gorgo era disposta per chi sapesse ricavarne un sollievo al suo immaginare: il solingo spirito sapesse fare un Eden di quell'oscuro lago.
Ascoltando "The lake" di "Antony and Johnson" sono riuscito davvero a percepire tutte le emozioni di questo commovente capolavoro...
Grazie Poe
Grazie Antony
Grazie Stremiz
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