Pubblicata il 21 ottobre 2005 alle 18:05
Una sera che ero uscito a spasso Una sera che ero uscito a spasso, a spasso in Bristol Street, sul lastrico le folle erano campi di grano pronto per la mietitura. E lungo il fiume in piena udii un innamorato che cantava sotto un'arcata della ferrovia: "l'amore non ha fine". "Io ti amerò, mio caro, ti amerò finché la Cina e l'Africa s'incontrino e il fiume schizzi sopra la montagna e per la strada cantino i salmoni". "Io ti amerò finché l'oceano sia ripiegato e steso ad asciugare e vadano la sette stelle urlando come oche in giro per il cielo". "Come conigli correvano gli anni perché io tengo stretto fra le braccia il Fiore delle Età e il primo amore al mondo". Ma tutti gli orologi di città si misero a vibrare e rintoccare: "Oh, non lasciarti illudere dal Tempo, non puoi vincere il Tempo". "Nelle tane dell'Incubo, dove Giustizia è nuda, dall'ombra il Tempo vigila e tossisce se ha voglia di baciare". "Tra emicranie e in ansia vagamente la vita cola via e il Tempo avrà vinto la partita domani o ancora oggi". "In molte verdi valli si accumula la neve spaventosa; il Tempo spezza le danze intrecciate e dell'alteta lo stupendo tuffo". "Oh, immergi nell'acqua le tue mani, giù fino al polso immergile e guarda, guarda bene nel catino e chiediti che cosa hai perduto". "Nella credenza scricchiola il ghiacciaio, il deserto sospira dentro il letto e nella tazza la crepa dischiude un sentiero alla terra dei defunti". "Dove i barboni vincono bei soldi e il Gigante fa le moine a Jack e l'Angioletto è un nuovo Sacripante e Jill finisce giù lunga distesa". "Oh, guarda, guarda bene nello specchio, guarda nella tua ambascia; la vita è ancora una benedizione anche se benedire tu non puoi". "Oh, rimani, rimani alla finestra mentre bruciano e sgorgano le lacrime; tu amerai il prossimo tuo storto con il tuo storto cuore". Era tardi, già tardi quella sera, loro, gli amanti, se ne erano andati; tutti i rintocchi erano cessati e il gran fiume correva come sempre.
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