Avevamo studiato per l'aldilà un fischio, un segno di riconoscimento. Mi provo a modularlo nella speranza che tutti siamo già morti senza saperlo. Non ho mai capito se io fossi il tuo cane fedele e incimurrito o tu lo fossi per me. Per gli altri no, eri un insetto miope smarrito nel blabla dell'alta società. Erano ingenui quei furbi e non sapevano di essere loro il tuo zimbello: di esser visti anche al buio e smascherati da un tuo senso infallibile, dal tuo radar di pipistrello.
Mosca è l'alter-ego di un uomo di fronte allo specchio. La massima aspirazione di un poeta è toccare le corde del lirismo che sono consone ad una poetessa. Averlo compreso è per Montale un punto di partenza. Purtroppo lo ha scoperto troppo tardi, quando la sua vita era ormai un lento indugio di fronte alla chiamata della morte.
Ho pensato esattamente ciò che ha scritto Lula 1980 (ne approfitto per complimentarmi per la scelta dei termini) quando mi sono ritrovata a trascrivere questa poesia sul mio quaderno che racchiude tutto ciò che mi tocca e che è in qualche modo esprimibile.
Non devo aggiungere nulla a quello che ha scritto lei se non che..vorrei tanto un giorno essere amata in modo tanto acuto.
Montale racchiude il senso del legame eterno che unisce due amanti. Due che si amano.Un senso di devozione per la donna amata, come se fosse la sua guida. La sua salvezza terrena, non quella paradisiaca che Dante riceve dalla sua Beatrice. Non so se mai nell'infinito che ci aspetta dopo la morte potremo davvero riconoscerci con i segnali d'affetto che abbiamo silenziosamente pattuito con chi ci ama, resta la speranza immobile che dà calore al cuore e che Montale c'infonde con la magia dei suoi versi incastrati.
KALLIOPE, la poesia a cui ti riferisci è <<Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale>> , non è vero? Anch'essa è stupenda. Entrambe fanno parte di Satura, raccolta che Montale inizia a formare proprio dopo la morte della moglie, dopo quasi 25 anni di silenzio letterario. Il suo stile muta completamente divenendo più semplice, prosastico; ciò che rende meravigliose queste poesie appunto non è tanto una forma nobile ma una dolcezza ed una nostalgia sorprendentemente sincere. Montale è davvero il più grande poeta italiano dal novecento ad oggi.
Commenti