La scala non è fatta di trefoli lucenti un effimero splendore ove angeli posano i piedi con un'occhiata senza dover sfiorare la pietra.
È di pietra. Di pietra rosa che morbida riluce solo perché sta contro un cielo incerto, il torbido grigiore della notte.
Una scala ad angoli retti, solidamente costruita. Si vede che agli angeli tocca saltar giù da un gradino all'altro, sollevando un poco le ali:
e l'uomo deve sbucciarsi le ginocchia per salire e aggrapparsi con le mani. La pietra squadrata lenisce i piedi titubanti. Ali lo sfiorano. La poesia sale.
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