Chissą dove saranno mai quegli occhi Che subito ho amato sin dal primo sorriso improvviso e inaudito Forse continuano a girare per le strade, ai semafori, nei metrņ... O forse sono rimasti su quella panchina Quando il tram non arrivava E io non riuscivo a dirti Che se ero lģ insieme a te Mi sembrava di essere importante E mi pareva che il tempo non fosse passato invano
che resterą di quello sguardo perso e a volte distante e di certa bellezza sconosciuta ed impaurita Ancora adesso con il tuo ricordo Respiro l'aria di quei tramonti E sento che non arrivasti inutilmente... Anche se io non ti ho avuta Anche se tu non hai voluto Anche se per te contava tutto il mondo Meno che me... Ma le tue mani sottili Che passavi fra i capelli E che ti stropicciavano quegli occhi Io le ho ancora dentro Incredibilmente... come č incredibile l'amore cosģ come quegli occhi che erano il tuo corpo Che avrei desiderato per amarti e per parlarti Perché l'amore a volte non si rende conto di esser frivolo E smette di esser serio Perché dimentica Dove saranno mai quegli occhi
E chissą che cosa pensavano davvero quegli occhi E cosa pensano adesso Quando ti ricordi... Ma quella volta quella sera di primavera cosģ dolce solo per gli altri non mi guardavano Scrutavano oltre... chissa dove e quanto lontano... occhi che ora non trovo pił.
Davvero bella la tua poesia, Angelo....come dice Dana, certi incontri non avvengono mai per caso: sono fatti per lasciarci qualcosa , un ricordo, una sensazione, un rimpianto....e tu lo hai saputo descrivere molto bene.
molto intensa ...comincio a credere realmente che nulla accada per caso ...nulla anche questa poesia non sarebbe sortita se quegli occhi non fossero rimasti sospesi
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