Si placa la luce e il cielo senza fiamma germoglia da un'aura di fiato. Si ode la melodia del tempo che ambiguo trascorre, con timore e angoscia si scontra con esuli pensieri che lasciano un tenero e leggero suggello nella fumosa aria offuscata e condannata da crudeli gelide lance. I flauti del vento lasciano un'aureola attorno al mio candido viso esangue che si nasconde dietro uno stilo, difesa dal prisma che discerne la mia creatura. La mia esistenza trasparente e labile, s'inchina al fato, con nome soave e bianche braccia illuminate di linfa immortale dal celeste novilunio.
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