Era così intenso il verde prato, da non stingere al sole. Vi abitava Pecora Nera, dai bianchi suoi vicini l'erba non c'era.
Viro-silente, capo branco bianco, in una notte di luna piena tenne consiglio rapido e astuto: "i nostri figli ormai sono stremati cadono i denti ruminando a vuoto. L'erba ci fugge, noi la raggiungiamo".
Una nuvola, densa di sospiri, coprì la bianca luna; fu buio pesto nel sordo ruminare.
Stava Martino in mezzo al prato verde, sognava una dolce agnellina. Viro-silente, rapido all'istante, prese la preda e corse dai compagni saziati, a sbafo, con l'erba del vicino.
"Amici miei, dobbiamo ringraziare il nostro Dio. Offriamo in sacrificio questo agnello".
Così Martino, dal nero mantello, bruciò senza pietà nella fornace; il fumo della legna ancora verde, intriso dell'odore di bruciato, salì nel cielo e si dispose attorno la faccia tonda della luna piena.
Pecora Nera, quando fu mattino, si accorse che non c'era il suo Martino. La rabbia in corpo, colore della pelle, decise di recarsi dai vicini.
Viro-silente non era ancora sazio brucava l'erba in sogno; fu interrotto da un belato, straziante e senza fine. Pensò alla beffa, per ovviare al danno prese dal gregge, suo, un agnellino gli tinse col tizzone il bianco vello
"Vedi quel cactus - disse il gran montone - unica pianta nell'arida valle, ha protetto dai lupi il tuo Martino".
Una nuvola, gravida d'inganno, uno scroscio di pioggia aprì all'istante, lavando il nero fumo al vello bianco.
Viro-silente non perse l'occasione mise il timbro solenne e sentenziò: "Miracolo! Per trovarlo al buio della notte occorreva fosse bianco il tuo Martino".
Da quel giorno, Pecora nera non mangiò che "fogli" lo spazio verde fu arso dal sole.
DANA, accetto con entusiasmo il nichname
non sono all'altezza di Fedro, Lo adoro e ti assicuro che
vorrei una scintilla del Suo lume.
Grazieeeeeeeeeeeee
anche se hai scherzato.
Ma non e' noiosa, assolutamente. Lo sai perche' e' trieste? Perche' rispecchia la realta', e i tempi in cui viviamo non sono allegri..Ti ricordi la canzone di Jannacci e Dario Fo : Ho visto un re? Sembra allegra, ma e' triste anche quella, e' di una tristezza ridanciana.
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