Le migliori poesie di Vladimir Majakovskij

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Scritta da: Violina Sirola

Inno al giudice

I galeotti vogano per il Mar Rosso
spingendo a fatica la galera;
il rugghio copre lo stridio dei ceppi
strillano, Perù la loro patria.

I Peruviani ricordano il Perù
un paradiso, c'erano uccelli, danze
donne e su ghirlande di fiori d'arancio
crescevano al cielo i baobab
.
Banane, ananassi! Un mucchio di gioie!
Vino in vasellame conservato...
Ma ecco, chissà perché e da dove
i giudici giunsero in Perù!

E disposero un cerchio di commi
per ingabbiare uccelli e Peruviane.
Gli occhi del giudice sono barattoli di latta
che scintillano in un mondezzaio.

Capitò un pavone blu-ranciato
sotto il suo occhio severo come il digiuno,
e scolorì sull'istante la magnifica
coda di pavone!

In Perù volavano per la prateria
certi uccellini detti colibrì;
il giudice ne prese uno e il pelame e le piume
rase al povero colibrì.

Adesso, nemmeno in una sola valle
vi sono vulcani fumanti.
Il giudice ha scritto su ogni valle:
"Valle per non fumatori".

In Perù persino i miei versi
sono proibiti, su minaccia di torture.
Il giudice ha stabilito che "quelli in vendita
sono bevanda alcolica".

L'Equatore freme al tintinnio dei ceppi.
Il Perù è vuoto di uccelli e di uomini...
Vi abitano soltanto i giudici depressi,
rannicchiati con astio sotto i codici.

Eppure, sapete, fa pena il Peruviano.
Senza ragione gli han dato la galera.
I giudici disturbano gli uccelli e le danze,
e me e voi e il Perù.
Vladimir Majakovskij
Composta nel 1915
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    Scritta da: Eclissi

    Ma voi potreste?

    Imbrattai di colpo la carta dei giorni triti,
    spruzzandovi colore da un bicchiere;
    su un piatto di gelatina mostrai
    gli zigomi sghembi dell'oceano.
    Sulla squama d'un pesce di latta
    lessi gli inviti di nuove labbra.
    Ma voi
    potreste
    suonare un notturno
    su un flauto di grondaie?
    Vladimir Majakovskij
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      Non ho bisogno di te

      Tanto lo so
      tra breve creperò
      se davvero tu esisti
      o Dio
      o mio Dio
      se fossi tu a tessere il tappeto stellato
      se questo tormento ogni giorno moltiplicato
      è per me un tuo esperimento
      indossa la toga curiale.
      La mia visita attendi
      sarò puntuale
      non tarderò ventiquattr'ore.
      Ascoltami
      altissimo inquisitore!
      Vladimir Majakovskij
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        Scritta da: Kovski21

        Ascoltate!

        Ascoltate!
        Se accendono le stelle,
        vuol dire che qualcuno ne ha bisogno?
        Vuol dire che qualcuno vuole che esse siano?
        Vuol dire che qualcuno chiama perle questi piccoli sputi?
        E tutto trafelato,
        fra le burrasche di polvere meridiana,
        si precipita verso Dio,
        teme d'essere in ritardo,
        piange.
        Gli bacia la mano nodosa,
        supplica
        che ci sia assolutamente una stella,
        giura
        che non può sopportare questa tortura senza stelle!
        E poi cammina inquieto,
        fingendosi calmo.
        Dice ad un altro:
        "Ora va meglio, è vero?
        Non hai più paura?
        Sì!?"
        Ascoltate!
        Se accendono le stelle,
        vuol dire che qualcuno ne ha bisogno?
        Vuol dire che è indispensabile
        che ogni sera
        al di sopra dei tetti
        risplenda almeno una stella?
        Vladimir Majakovskij
        Composta nel 1913
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